Da visitare

Cosa vedere a Corfinio

Descrizione

Piazza Corfinio

Cuore della vita del paese, ha una forma irregolare dovuta ad una serie di stratificazioni storiche. Sotto alla Piazza e alla maggior parte degli edifici che vi prospettano si conservano le strutture del teatro antico. Su uno dei suoi lati si apre la porta del borgo medievale.

Teatro
La curvatura  dei muri degli edifici del lato meridionale della piazza si deve alle strutture sottostanti del teatro ( I sec. a.C. ), in parte ancora visibili  nelle cantine. Un piccolo tratto di muro in "opera incerta" relativo ad uno dei vani di sostegno delle gradinate (cunei) è visibile a Largo Lamberto. L' imponente struttura sfrutta in parte il naturale pendio per costruire le gradinate. Il teatro aveva un diametro di 75 m e poteva contenere circa 4.000 persone.

Porta urbica
Ad arco ogivale, immette al borgo e doveva originariamente far parte di una cinta muraria. Pur avendo perduto il suo contesto e la funzione originaria, l'arco ha caratteristiche assai interessanti: sono visibili, tra i materiali costruttivi, pezzi più antichi riutilizzati, tra i quali un bassorilievo con delle mani congiunte. Al centro dell'arco è visibile un bel cartiglio, con un'iscrizione di difficile lettura.
 

Il borgo

Si può accedere al borgo direttamente dalla piazza principale del paese: ci apparirà una piccola città nella città, formata da stretti vicoli medievali ma anche da maestosi palazzi gentilizi. Il borgo racchiude tra le sue mura la parte più antica del paese. Proprio in questa zona, infatti, si può collocare la città pre-romana e, in seguito, l'arx, cioè la città fortificata utilizzata in età romana nei momenti di pericolo. Purtroppo non esistono resti visibili riferibili a quest' epoca arcaica. Attualmente, infatti, il borgo si presenta in forme medievali e rinascimentali. Intorno all'XI secolo venne qui fondato il paese fortificato di Pentima, nome che rimase fino al 1927.

Via San Martino
Una delle più antiche e suggestive vie del paese, è fortemente condizionata dal lato posteriore del teatro, seguendone perfettamente la curvatura. Il lato opposto si apre invece in una serie di tortuosi vicoli medievali. Lungo questa via possiamo riconoscere gli edifici che, nel corso dei secoli, sono stati costruiti sfruttando le murature del teatro antico. È possibile quindi, accanto ad una casa medievale, visitare la chiesa rinascimentale di San Martino e scoprire un austero palazzetto con curiose decorazioni.

Chiesa di San Martino
La chiesa sorge sui resti del teatro romano. Ricordata nei documenti già nel XIV secolo, fu ricostruita nel secolo seguente dopo il terremoto del 1456 e nuovamente dedicata nel 1489, come si legge nell'iscrizione sulla facciata, oggi chiusa a causa dei danni riportati nello scorso terremoto del 2009. Il portale è arricchito da particolari decorativi di scuola valvense e casauriense (nastri accavallati, palmette, fiori a stella).

Casa medievale
Situata in Via San Martino, questo edificio ricalca perfettamente la curvatura del lato posteriore del teatro. La muratura, assai deteriorata, mostra caratteristiche costruttive e stilistiche proprie di varie epoche. I numerosi pezzi di riutilizzo (tra i quali una testa di età tardo-antica) e un lacerto d'affresco del XIV secolo rendono l'edificio un piccolo "museo" permanente.

Palazzetto
In fondo a via San Martino un bel palazzetto mostra un'architettura particolare. L'impianto dell'edificio sembrerebbe risalire all'età medievale, ma i successivi interventi di ristrutturazione giungono fino la XVII secolo. Da notare l'emblematica scritta sul portale e lo stemma bernardiniano.

Palazzo Galli-Zugaro
Si presenta con belle cornici in pietra e portale con stemma nobiliare ed affaccia su Largo De Petris, dal nome della famiglia cui appartenne in precedenza. I conti De Petris, infatti, posero la loro residenza a Pentima nel XVII secolo e costruirono il loro palazzo sfruttando in parte il lato settentrionale della cinta muraria del borgo.

Palazzo Trippitelli
Già appartenuto alla famiglia Colella, l'edificio, recentemente ristrutturato, ospita le sale del Museo Civico Archeologico “Antonio De Nino”, dove sono esposti molti dei materiali rinvenuti negli scavi ottocenteschi e in quelli recenti.
È possibile visitare il Museo archeologico prenotandosi all’Associazione Cuore dei confini di Corfinio: Alessandro 338 1118944 – Tiziana 329 4840883 – info@cuoredeiconfini.org– www.cuoredeiconfini.org

Palazzo Zambeccario
Via Zambeccario, la strada più ampia del borgo, prende il nome dal vescovo che qui fece costruire il suo episcopio, Palazzo Zambeccario. L'intero isolato comprendente il Palazzo vescovile presenta particolari architettonici notevoli. Con al costruzione dell'episcopio nel XV secolo, accanto alla Chiesa di San Sebastiano (distrutta nel XVI secolo), tutto l'edificio assunse forme monumentali, come testimonia il bel portale originario, che ricorda nell'iscrizione il vescovo Zambeccario. Numerosi i rilievi decorati, come il bel grifone, visibile su Via Zambeccario e, sul retro del palazzo, un bel frammento medievale rappresentante delle fiere.

Via Zambeccario
Di fronte al portale di Palazzo Zambeccario un palazzetto, ristrutturato di recente, conserva uno splendido portale, arricchito da un imponenete monogramma bernardiniano, e una finestra con stipiti in pietra intagliata. Sulla via, al cui imbocco è visibile una bella casa rinascimentale, si affacciano molti edifici, tra i quali palazzetti gentilizi e raffinate dimore private, spesso arricchite da particolari architettonici notevoli.Su entrambi i lati troviamo le viuzze strette e ripide ereditate dal periodo medievale, come la suggestiva Via del Cosolato. In questo suggestivo vicolo si conserva un bel portale del XVI secolo, con l'architrave lavorato e recante la data e un'iscrizione.Sempre lungo il vicolo, è visibile anche una finestra molto antica formata da stipiti in pietra di riutilizzo, finemente lavorati a motivi vegetali ed un'epigrafe.
 

San Pelino

Il complesso valvense sorge a circa 800 metri dal centro del paese. Dedicata a San Pelino, martirizzato nel IV secolo, la chiesa originaria sorse probabilmente proprio sul luogo del martirio o della sepoltura del santo. La parte più antica è il cosiddetto Oratorio di Sant'Alessandro, che inglobò nella torre un nucleo cementizio di un sepolcro romano.
La facciata è tripartita da paraste aggettanti, arricchite da capitelli di ispirazione classica, che sostengono i due arconi laterali, forse relativi ad un portico anteriore progettato e mai costruito. Il portale è di tipo campano: la porta è rettangolare, incorniciata da stipiti intagliati e rifinita da un arco di scarico decorato a fogliame. Sul lato sinistro si apre una porta laterale, anch'essa rettangolare e con arco di scarico; nella lunetta è visibile uno stemma gentilizio. Nella parte posteriore del complesso possiamo ammirare le splendide absidi, in particolare l'abside centrale di San Pelino.
L’interno è diviso in tre navate e caratterizzato da un breve transetto, in origine terminante con tre absidi. Addossato ad un pilastro della navata centrale ecco lo splendido ambone, uno dei capolavori presenti nella Cattedrale. L'abside maggiore è adornata da un bellissimo coro ligneo; nell'abside di sinistra troviamo una scultura del XII secolo, rappresentante una Madonna con Bambino. Dalla porta che conduce alla sacrestia e all'edificio conventuale è possibile vedere una tela del pittore abruzzese Teofilo Patini, rappresentante una "Crocifissione". Dalla navata destra della Cattedrale si accede all'Oratorio di Sant'Alessandro.

Sant’Alessandro
L'edificio, iniziato dal vescovo Trasmondo già prima della Cattedrale, è dedicato a papa Alessandro, del quale accolse le spoglie, in seguito traslate. La datazione della chiesa è riconducibile alla fine dell'XI secolo, poco prima che venisse iniziata l'attigua chiesa di San Pelino. Molto particolare è il rapporto planimetrico tra la Cattedrale e l'Oratorio, che si innesca quasi perpendicolarmente sulla navata destra. L'aula rettangolare è divisa in quattro campate uguali tramite semicolonne sulle pareti. L'abside, molto appiattita nella curva posteriore, occupa le due campate centrali del lato sinistro. Le pareti sono adorne di affreschi del XIV secolo. Sul fondo una torre rettangolare fa parte integrante dell'edificio, sia all'interno che all'esterno. La torre, modificata e ribassata nel corso dei secoli, doveva avere soprattutto carattere difensivo, come dimostra anche l'utilizzo dei suoi piani superiori come appartamento d'emergenza per il vescovo. Al suo interno fu inglobato, in fase di costruzione, un sepolcro romano, il cui nucleo è ancora visibile nel vano aperto sotto la torre.

Monumenti sepolcrali  
Lungo le strade antiche, in parte coincidenti con quelle odierne, sono tuttora visibili resti di mausolei circolari o a torre, come i due grandiosi monumenti nei pressi della chiesa di San Pelino. Tali costruzioni, in voga nella piena età imperiale, erano rifinite con lastre di pietra o marmi pregiati, spesso con sculture decorative ed elementi architettonici. Tutto il materiale di rivestimento fu asportato, come le epigrafi funerarie, nel Medioevo, per sopperire alla carenza di materiale costruttivo.

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Pagina aggiornata il 21/05/2024